Scrivere ora, da casa (lo sapete tutti che siamo tornati sani e salvi), non è la stessa cosa, ma lo vogliamo fare. Per noi, prima di tutto, e anche per voi, perché conosciate i nostri passi verso Siena.
Avremmo voluto aggiornare ogni sera, ma a volte era veramente impossibile.
In ogni caso... Avenza- Pietrasanta. ultimo giorno di marzo.
Colazione al bar Ischia, che con l'isola non ha niente a che fare, ma che è grazioso, ha persino una bibliotechina per chi si ferma. Stiamo lì, con i nostri amici milanesi, in attesa che un po' spiova per metterci in cammino. Intanto il conto lo ha offerto don Marino, il parroco di Avenza, all'apparenza così scuro, così duro, e invece così tenero con i pellegrini.
Grandina, piove, io (ovvero Ada) sono scoraggiata dal dolore al ginocchio.
A questo punto dovremmo dirvi che stoicamente abbiamo affrontato pioggia e sofferenza. Ci abbiamo provato, ecco. Un saluto, un abbraccio. A presto, ci rivedremo. Voi di là, noi di qua. Noi...noi almeno fino a Massa andiamo in treno, poi spioverà, forse.
Il guaio è che a Massa non solo continua a piovere, ma il dolore è diventato così acuto che dopo alcuni chilometri, con la coda tra le gambe, mi accuccio contro Claudio che mi sostiene fino al treno. Niente per oggi. Forse niente in assoluto. Forse si ritorna a casa così, tristemente sconfitti.
A Pietrasanta ci trasciniamo verso la piazza principale. Una suorina piccola piccola ci apre la casa diocesana, una stanzina con letti a castello. Per fortuna c'è il riscaldamento. E poi la vista è eccezionale.
La città è deliziosa, e questo lo capiamo subito. Ad ogni angolo ci sono opere d'arte. Ancora meglio è quando il sole si fa strada tra le nuvole e finalmente smette di piovere. Zoppichiamo un po' in giro. Fino alla Chiesina della Misericordia, che sorprende con i colori vivaci dei due affreschi sui lati. Figure dalle forme pronunciate, accese...
Sembra Botero. E in effetti è proprio lui.
La grandine che torna a colpire verso sera ci sorprende mentre cerchiamo un posto dove mangiare. Forse a vederla, bianca, saltellare sulla strada, mi si accende l'idea di cercare del ghiaccio. Così, dopo la cena del pellegrino -buonissima- da Giovanni, chiedo per cortesia se possono aiutarmi. Sarà la salvezza. Ma ancora non lo so.
La casa diocesana è avvolta nel silenzio degli alberi. Buonanotte.
Avremmo voluto aggiornare ogni sera, ma a volte era veramente impossibile.
In ogni caso... Avenza- Pietrasanta. ultimo giorno di marzo.
Colazione al bar Ischia, che con l'isola non ha niente a che fare, ma che è grazioso, ha persino una bibliotechina per chi si ferma. Stiamo lì, con i nostri amici milanesi, in attesa che un po' spiova per metterci in cammino. Intanto il conto lo ha offerto don Marino, il parroco di Avenza, all'apparenza così scuro, così duro, e invece così tenero con i pellegrini.
Grandina, piove, io (ovvero Ada) sono scoraggiata dal dolore al ginocchio.
A questo punto dovremmo dirvi che stoicamente abbiamo affrontato pioggia e sofferenza. Ci abbiamo provato, ecco. Un saluto, un abbraccio. A presto, ci rivedremo. Voi di là, noi di qua. Noi...noi almeno fino a Massa andiamo in treno, poi spioverà, forse.
Il guaio è che a Massa non solo continua a piovere, ma il dolore è diventato così acuto che dopo alcuni chilometri, con la coda tra le gambe, mi accuccio contro Claudio che mi sostiene fino al treno. Niente per oggi. Forse niente in assoluto. Forse si ritorna a casa così, tristemente sconfitti.
A Pietrasanta ci trasciniamo verso la piazza principale. Una suorina piccola piccola ci apre la casa diocesana, una stanzina con letti a castello. Per fortuna c'è il riscaldamento. E poi la vista è eccezionale.
La città è deliziosa, e questo lo capiamo subito. Ad ogni angolo ci sono opere d'arte. Ancora meglio è quando il sole si fa strada tra le nuvole e finalmente smette di piovere. Zoppichiamo un po' in giro. Fino alla Chiesina della Misericordia, che sorprende con i colori vivaci dei due affreschi sui lati. Figure dalle forme pronunciate, accese...
Sembra Botero. E in effetti è proprio lui.
La grandine che torna a colpire verso sera ci sorprende mentre cerchiamo un posto dove mangiare. Forse a vederla, bianca, saltellare sulla strada, mi si accende l'idea di cercare del ghiaccio. Così, dopo la cena del pellegrino -buonissima- da Giovanni, chiedo per cortesia se possono aiutarmi. Sarà la salvezza. Ma ancora non lo so.
La casa diocesana è avvolta nel silenzio degli alberi. Buonanotte.
Commenti
Posta un commento